As The Sun «Event Horizon» (2012)

As The Sun «Event Horizon» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Jezebel »

 

Recensione Pubblicata il:
08.06.2013

 

Visualizzazioni:
1412

 

Band:
As The Sun
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Titolo:
Event Horizon

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Fabio - Vocals
Ale - Guitars
Cinci - Bass
Daria - Guitars
Cesco - Drums

 

Genere:
Swedcore

 

Durata:
40' 51"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I veneti “As the sun”, cresciuti e maturati dal primo lavoro “Foundations” (2008), tentano il salto di qualità con “Event horizon”, un buon lavoro/percorso/viaggio interstellare, uscito alla fine del 2012. Il loro marchio di fabbrica è la commistione di sweden metal potenziato da un motore hardcore turbo. Il risultato finale risulta stratificato, densissimo, dalla stabile struttura, con diversi stacchi e break down funzionanti. Le chitarre sfornano riff sviluppati e fantasiosi, surfano sul ritmo con soli intelligenti e regalano alla melodia una spessa corazza di metallo. La forza e l’originalità di questa band è nella ritmica: controtempi, sincopi continue non danno riposo alle orecchie e non permettono di far soffermare l’attenzione sulle singole frasi musicali. Gli “As the sun” bersagliano l’ascoltatore di colpi e cambi, in un gioco in cui si è inseguiti e inseguitori allo stesso tempo, viaggiatori galattici di orbite musicali circolari e infinite. Il tutto completato da uno scream/growl poetico, non invadente, ma sicuro e presente a se stesso, che scorre leggiadro sulle battute, a volte rapito nei pensieri/riflessioni esistenziali e quasi distaccato dalla circolazione infuriata della ritmica. Aprono l’album “The redshift” e “Outer silence”, brani che si basano entrambe su ritmi hardcore con il rullante che raddoppia battute a piacimento e non molla neanche negli stacchi ingentiliti da buone costruzioni armoniche. “Memories of light” e “Surfacing” sono più ponderate, le battute sono più riempite e l’hardcore e metal corrono paralleli e si riuniscono nell’aperture melodiche abbellite a loro volta da soli. “Observing the end” è più malinconica, distesa ed emotiva in cui il suono e le vocals cercano vie di fuga e significati profondi ma sono braccate continuamente dai riff e dalla base ritmica. “Bridges” e “Twin suns” mostrano quanto la melodia possa arrivare a permeare il suono della band e ad accendere lampi di luce in netta controtendenza con lo scream cupo. Dopo la quasi interamente strumentale “Deep field" è il turno di “Eyes burn” brano veloce, con dinamiche e riff sottolineati, assillanti, con buone transizioni che tengono insieme la struttura stratificata. In “The blueshift” le influenze sweden prevalgono sull’hardcore, abbondano soli e scale accompagnati da vocals e lyrics lancinanti. Lo stile della band è articolato e a volte difficile da afferrare e trattenere nella mente, ma fortunatamente non si arriva mai all’astrazione del discorso sonoro, grazie alla varietà di venature melodiche, alle lyrics che diventano poesia, allo spirito hardcore che riporta tutto su un piano “terreno” e al controllo totale da parte della “regia” tecnica.

Track by Track
  1. The redshift 80
  2. Outer silence 75
  3. Memories of light 70
  4. Gravity S.V.
  5. Surfacing 75
  6. Observing the end 75
  7. Bridges 75
  8. Twin suns 70
  9. Deep field 70
  10. Eyes burn 75
  11. The blueshift 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
75

 

Recensione di Jezebel » pubblicata il 08.06.2013. Articolo letto 1412 volte.

 

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